10 consigli per prepararsi al Natale per tempo e senza stress

C’è chi ha misurato il picco dello stress pre-natalizio che, a quanto pare, coincide con le 14:33 del 24 dicembre. È questo il momento in cui le preoccupazioni per lo shopping dell’ultimo minuto e l’organizzazione della festa raggiungono lo zenith, rivela un’inchiesta britannica che ha preso in considerazione il rapporto delle donne con il Natale. Ma nell’elenco delle fonti di stress ci sono anche la necessità di terminare di impacchettare i regali, l’impossibilità di contare sul proprio partner e la difficoltà di trovare spazio in frigorifero. Lo stress, di solito, prende la forma di una forte irritabilità e le donne tendono ad attribuire la responsabilità del loro stato d’animo in primo luogo al partner e, in seconda battuta, alla suocera. Vero è che nell’ansia di fare tutto, la maggior parte delle persone si fa prendere dal perfezionismo.

Mentre il 41% degli uomini si rilassa durante le feste, solo il 25% delle donne può dire di fare altrettanto
È il risultato di un sondaggio condotto dall’American Psychological Association. Ecco perché è importante cambiare strategia per il conto alla rovescia verso il 25 dicembre: di seguito, dieci idee per farlo in modo smart, già con mesi di anticipo

1. Cominciate subito
Le persone aspettano di sentire la “magia del Natale” prima di mettersi in moto e far partire l’organizzazione per le feste. Se questa è la vostra strategia, non siete sole. Il problema è che non lo sarete nemmeno durante il “Panic Saturday”, il sabato prima di Natale in cui si concentra la maggior parte degli acquisti. Chi non ha avuto l’accortezza di comprare regali per Natale nel corso dell’anno, può sempre capitalizzare i due mesi precedenti per recuperare il terreno perduto, quando le vie dello shopping sono ancora spoglie di ogni richiamo alle feste. Utilizzando strumenti di misurazione biometrici l’istituto di ricerca britannico Sensum ha misurato il livello di stress nelle vie dello shopping che – complici la folla, la pressione di trovare il regalo giusto all’interno del proprio budget e le attese alla cassa – fa schizzare il battito cardiaco a 130. L’ideale, dunque, è fare spese entro la prima settimana di dicembre e nell’immediatezza dell’apertura o in prossimità dell’orario di chiusura dei negozi.

2. Stilate la lista delle cose da fare
Prendete un foglio di carta e dividetelo in quattro quadranti: regali da fare, pranzo di Natale, appuntamenti e cose da ricordare. Compilate ogni quadrante con tutte le voci che vi vengono in mente. Utilizzate poi questo canvas per stilare delle liste più dettagliate. “Ricordate che una lista delle cose da fare è funzionale e utile se non è troppo lunga. Idealmente, dunque, non dovrebbe superare una ventina di voci. Se vi trovate a gestire più elementi, separate le liste per tematiche”, suggerisce Sabrina Toscani, presidente Apoi, Associazione Professional Organizer Italia (www.apoi.it). Alla voce regali, elencate le persone a cui volete fare un regalo e di quale regalo si tratta, dove lo potete comprare e qual è il budget indicativo. Per la lista del pranzo di natale (v. suggerimento n.5), una volta stabilito il menu, dividete le voci in prodotti freschi e conservati: questi ultimi possono essere inclusi direttamente nella prossima spesa. Riportate nella vostra agenda gli appuntamenti a cui volete partecipare, dalla recita di natale alla cena con i colleghi. Infine, nell’ultimo quadrante aggiungete indicazioni relative alle decorazioni, agli oggetti, come lo scotch, la carta da regalo, i biglietti di auguri, un nuovo set di luci per l’albero che rientrano fra gli acquisti immediati da fare, ma non mancate di indicare anche le persone a cui volete fare una telefonata di auguri.

3. Stabilite il budget
Una fra le principali fonti di stress legate al Natale riguarda la necessità di fare quadrare i conti. Se il vostro budget è limitato, stabilite quanto potete permettervi di spendere per i regali, senza dimenticare che fra le uscite delle feste figurano anche i pasti e gli extra, come le spese di trasporto e i divertimenti. Per rispettare i vincoli che avete stabilito, fate acquisti in contanti. Come hanno dimostrato numerosi studi, utilizzare una carta di credito fa spendere con più liberalità e questo a maggior ragione è vero quando ci si trova in situazioni di ansia (tipiche dello shopping natalizio) che stimolano acquisti di impulso. Uno studio della Purdue University, inoltre, mette in guardia anche dal semplice logo delle carte di credito: “Le persone spendono di più già davanti all’immagine che richiama la carta di credito, perché sono abituate ad associare in maniera condizionata l’acquisto a questo metodo di pagamento”. Un aiuto in più per attenersi al bugdet viene dalle app che tengono traccia delle spese, in cui potete inserire una lista dedicata ai regali con quelli già acquistati e quelli da fare, per ottenere il budget aggiornato in tempo reale.

4. Fate shopping in modo strategico
Iniziare a pensare per tempo alle feste ha il vantaggio di rendere i doni più pensati e originali. Oltre che meno costosi. Acquistate l’oggetto che pensate sia perfetto per una data persona subito, quando lo vedete. E mettetelo da parte.
Quando manca meno di un mese al Natale, programmate invece il vostro tempo: stabilite giorni e orari per lo shopping e, se potete, evitate di passare da un negozio all’altro in attesa dell’ispirazione, ma valutate la possibilità di fare acquisti multipli. Uno stesso regalo, infatti, può andare a destinatari diversi che non si conoscono e questo accorcia automaticamente la vostra lista di acquisti. Analogamente, se vi capita, comprate qualche extra, come una scatola di cioccolatini o una confezione di tè, verranno utili nel caso in cui abbiate dimenticato qualcuno o un conoscente si presentasse con un regalo inatteso. “Quando pensate ai regali oltre che a una valutazione di prezzo e di gusto, fate anche una valutazione degli spazi a disposizione di chi riceve il vostro pensiero. Un regalo ‘intangibile’ può donare un’esperienza forte ed indimenticabile, senza mettere sotto pressione i sistemi organizzativi. Un biglietto per il teatro, una giornata alla spa, un corso online: liberate la fantasia e cercate dei regali che non siano cose”, propone Toscani. Sfruttate la Rete per scoprire chi vende un prodotto che vi interessa, quali sono gli orari del negozio, se ha una sede più vicina a voi e se esistono alternative più economiche. Se invece fate shopping online, iniziate mesi prima e assolutamente non aspettate oltre la prima settimana di dicembre per non correre il rischio di veder recapitare il regalo in ritardo o di avere costi di spedizione più alti.

5. Definite le priorità
Non abbiate paura di cambiare programma: passate in rassegna l’agenda delle feste di Natale e valutate se esiste qualche aspetto che vi pesa più di altri. Potete by-passarlo o trovare un modo semplice per conviverci? Limitare le occasioni di stress, infatti, è uno step determinante nella gestione delle proprie giornate. Per esempio, se una delle ragioni di tensione fossero le feste in famiglia, confrontatevi con il vostro partner per trovare per tempo un accordo su come rapportarvi con la situazione, senza arrivare all’ultimo minuto che aggiunge stress allo stress. Potrebbe essere l’occasione anche per cominciare nuove tradizioni: Natale con gli amici, o in viaggio? Avvertite per tempo i parenti coinvolgendoli con entusiasmo nel progetto.
Arrivati a dicembre, invece, è ora di ridimensionare anche le aspettative: sono giornate piene di impegni ed è molto difficile rispondere sì a ogni invito. Individuate quelli a cui volete partecipare e organizzatevi per tempo nel caso in cui doveste contribuire alla festa.

6. Impacchettate i regali
Evitate di trovarvi la sera della vigilia con una montagna di regali sul tavolo e poca voglia di impacchettarli. Quando è disponibile, approfittate del servizio e fate incartare sul posto tutti i regali che avete acquistato. Se partite per tempo con gli acquisti, i pacchetti non saranno a tema natalizio: basterà aggiungere una coccarda o un nastro poco prima di consegnarli. Assicuratevi di avere sempre in casa carta da regalo, scotch e nastri, per evitare di dover uscire a comprare questi oggetti all’ultimo minuto. Appena terminate le Feste, approfittate delle svendite di carte, nastri e biglietti per organizzare le scorte per l’anno successivo. Quando la casa è già addobbata, se nella vostra famiglia nessuno crede più a Babbo Natale, fate dei regali una forma di decorazione: potete disporli sotto l’albero mano a mano che li incartate per dare un tono festoso alla casa.

7. Delegate
Non cadete nella trappola del perfezionismo: ci sono moltissime cose che si possono chiedere al proprio partner, ai nonni o anche ai figli, quando sono abbastanza grandi per aiutare. Innanzitutto, sedetevi con il vostro partner in un momento di tranquillità per valutare insieme come dividere i compiti in vista del countdown: i papà, infatti, sono perfettamente in grado di fare molto di più che recuperare semplicemente le scatole delle decorazioni dalla cantina. Potete proporgli di scandagliare la Rete in cerca di offerte. Chiedete ai nonni di contribuire con qualche ora nella cura dei nipoti, liberando del tempo per lo shopping, ma anche supervisionando momenti creativi con i più piccoli come realizzare bigliettini d’auguri per i regali. Una fra le cose che si possono delegare prima delle feste sono senza dubbio le pulizie: se non avete una persona che vi aiuta durante l’anno, fatevi un regalo e ingaggiate qualcuno che vi dia una mano ad alleggerire questo carico di lavoro, nei giorni che precedono il Natale. Se fosse fuori dal vostro budget, coinvolgete la famiglia in un “cleaning day”. Per dare un tocco allegro all’operazione, non fermatevi a cucinare, ma fatevi consegnare una pizza per il pranzo.

8. Decorate la casa
Anche qui si può iniziare per tempo: basti pensare che a Londra il famoso Selfridges in Oxford Street ha inaugurato il suo Christmas Shop già il 31 luglio, 147 giorni prima del Natale.
Ogni Paese e ogni famiglia ha le sue tradizioni, ma riservatevi del tempo da dedicare agli addobbi durante il fine settimana, per coinvolgere anche i bambini in un questo momento magico e creativo. Ricordate, però, che less is more. Evitate di sovraccaricare la vostra casa con l’intento di trasformarne il look. Piuttosto, utilizzate lo spazio lasciato vuoto nei contenitori dagli addobbi natalizi per riporre soprammobili, cornici e decorazioni che tenete normalmente su mobili e librerie. Una volta trascorse le feste, rimettete a loro posto gli oggetti che tenere in casa normalmente, liberando spazio nella scatola per le decorazioni. Approfittate di questo momento per eliminare le decorazioni che si sono rotte e non si possono aggiustare, come pure le luci che hanno smesso di funzionare. A proposito di luci, avvolgetele su un pezzo di cartone rigido come si fa con il filo da pesca, invece di arrotolarle semplicemente su se stesse, perché questo evita che si attorciglino rendendo difficoltose le operazioni il prossimo Natale.

9. Stendete il masterplan della tavola
Circa un mese prima del Natale potete iniziare a pensare a cosa volete portare in tavola, sia che abbiate ospiti sia se siete stati invitati. Un piano efficace contiene l’elenco delle portate, gli ingredienti che dovete procurare, divisi in due colonne – freschi e conservati -, i vini con cui volete accompagnare il cibo e gli attrezzi che possono servire per cucinare (se non li possedete) e, eventualmente, i complementi per apparecchiare e decorare la tavola. Con l’eccezione degli ingredienti freschi, comprate subito tutti gli altri prodotti: vini, bibite, cibi congelati e alimenti conservati. Se avete intenzione di cucinare qualcosa che si può congelare, approfittate dei primi fine settimana del mese per farlo e depennare queste voci dall’elenco. La settimana precedente la festa, assicuratevi di trovare il tempo per pulire e fare spazio in frigorifero, ma se possedete un balcone o un giardino sfruttateli per guadagnare spazio e per tenere naturalmente al fresco frutta, verdura e vini. Acquistate i prodotti freschi il giorno prima di cucinarli, approfittando degli orari con meno traffico come quelli di prima mattina o prima della chiusura del supermercato.

10. Rilassatevi
Anche se assomiglia di più a una maratona, ricordate che il Natale è una festa. Oltre a organizzarsi, il modo migliore per tenere a bada le occasioni di stress è cercare di conservare le proprie energie. Piccoli trucchi aiutano: semplificate i pasti nelle settimane che precedono il Natale, non ossessionatevi con un’idea di perfezione ideale, evitate di sovraccaricarvi all’ultimo minuto e cercate di andare a letto presto. Soprattutto, non mettetevi alla fine della lista, ma ritagliatevi del tempo per voi. “Chiedetevi cosa vi piacerebbe davvero fare durante le feste? Riposarvi di più o fare più attività? Dedicare più tempo ai bambini o leggere finalmente quel libro che ci hanno consigliato? Qualsiasi cosa desideriamo, fare se non la organizziamo probabilmente ci sfuggirà. Appuntiamo, dunque, su un foglio tre obiettivi e le azioni collegate, perché pensarli non è sufficiente. Per esempio, se vogliamo passare più tempo con i nostri figli, scegliamo insieme le cose che vogliamo fare”, invita Toscani. Se avete la sensazione che il tempo sotto le feste non vi basti, valutate tutte quelle attività – navigare sui social media, guardare animazioni o addormentarsi davanti alla tv – che rosicchiano minuti preziosi che potreste investire nel vostro benessere. Invertite la rotta.

 

Fonte: Repubblica.it

Rosso e make up: colore, seduzione e potere

«Il rosso è il grande chiarificatore: brillante, purificatore e rivelatore. Rende belli tutti gli altri colori. Non potrei mai stancarmi del rosso… sarebbe come stancarsi della persona che ami. Per tutta la vita ho inseguito il rosso perfetto. Dai pittori non riesco mai a farmelo preparare… Il rosso migliore si ottiene riproducendo il colore del berretto di un bambino in un qualunque ritratto rinascimentale. Quando sono arrivata in America, portavo queste unghie rosso molto scuro che a molti non piacevano, ma si sa che alcuni hanno da ridire sempre su tutto». Parola di Diana Vreeland, mitica direttrice di Vogue America e Harper’s Bazaar, nonché maestra e icona di stile, che proprio nella sua autobiografia, D.V, fa un elogio al rosso, colore che più di ogni altro l’ha attratta per tutta la vita tanto da non rinunciarvi fino all’ultimo giorno, indossato come smalto per le unghie, come rossetto e per l’arredo di casa. Colore di forte attrazione anche per un’altra grande regina dello stile, Coco Chanel che amava dire: «Il rosso è il colore della vita, del sangue, adoro il rosso», esortando e spronando le donne a utilizzarlo come arma di seduzione: «Se siete tristi, se avete un problema d’amore, truccatevi, mettevi il rossetto rosso e attaccate».

MAKE UP: SARÀ UN AUTUNNO ROSSO
“Applicare il rosso sul volto è il più antico dei gesti di bellezza ma ora lo si avverte come davvero nuovo. Il modo in cui lo applichiamo in questa stagione riflette il bisogno dei make up artist di rompere con i classici, riducendoli a semplici espressioni o reinterpretandoli con il colore”, spiega la make up artist Lyne Desnoyers. Perché il rosso è forse IL colore di stagione più cool per il make up, come si era avuto modo di vedere sulle passerelle autunno e inverno, la scorsa primavera e come diktat lanciato da make up artist e brand cosmetici, adesso. Ma attenzione, perché il rosso di stagione non è semplicemente rosso, è un colore camaleontico, suscettibile non solo di infinite sfumature ma anche di utilizzi inediti all’insegna della sperimentazione. “La stagione autunno e inverno 2017-18 reinterpreta uno dei colori classici, immaginando il cremisi del 21esimo secolo come il più delicato degli effetti forti. Ciò che è chiaro è che il rosso migra dal suo posizionamento tipico sulle labbra verso l’inusuale e l’espressionista”, fanno sapere dal brand Mac Cosmetics. Che lancia proprio “Rouged” come una delle principali directions reinterpretando la più classica e femminile delle tonalità make up: vengono infatti ripensati i toni dal rosa al cremisi grazie a posizionamenti, texture e tecniche inaspettati, le tonalità sature si usano per creare labbra dai contorni confusi, blush audaci e liner stridenti o pigmenti trasparenti che addolciscano il cremisi.

“Il rosso migra dal suo posizionamento tipico sulle labbra verso l’inusuale e l’espressionista”
“Le labbra rosse di questa stagione sono una ciano a macchia, una tinta sbaciucchiata – spiega la make up artist Val Garland -, non si tratta mai di un ‘rossetto’, si tratta di usare pennelli per ombretti per sfumare gli angoli al posto dei pennelli per labbra per raffinare la forma. Il mood è sexy ma irriverente… si tratta di un rosso ribelle”. Ma non solo labbra, perché il rosso viene utilizzato anche per creare dimensione, ad esempio su zigomi e palpebre, oltre che per dare colore alla pelle nella sua variante più trasparente, scelto tra deliziosi toni dallo scarlatto allo zucchero filato e applicato con estrema traslucenza. “Penso all’uso del blush per volumizzare la pelle – spiega la truccatrice Lyne Desnoyers -. Si tratta di usare il colore come una tecnica per illuminare… piccole migliorie che fanno la differenza”.

MA PERCHÉ IL ROSSO?
Un colore complesso, tra i più amati ma anche tra i più ambigui e suscettibile di reazioni contrastanti, perché sfacciato e multisfaccettato, difficile da ingabbiare in un’unica definizione, fosse anche “seduzione”. Perché, esattamente, cosa comunichiamo quando lo indossiamo, ad esempio, con gli abiti o con il trucco? Uno studio dell’Università di Manchester ha calcolato che gli uomini trascorrono 7,3 secondi a fissare la bocca di una donna che porta un rossetto rosso contro i 2,2 di una donna che invece non lo porta. Questo piccolo e singolo dato dimostra già di per sé il potere del rossetto rosso e, in senso più ampio, del colore rosso, soprattutto nel make up. Ma non solo, perché altri studi hanno messo in luce come questo sia non solo e semplicemente un colore, anche se il più ricco di sfumature, ma soprattutto un veicolatore di messaggi: in Cina è un portafortuna, in India e Nepal è il colore delle spose e in Giappone rappresenta felicità, salute, fortuna, protezione, fertilità e longevità. «Il colore rosso è probabilmente il più vivo sulla ruota dei colori, induce un senso di potere ed eccitazione – spiega la dott.ssa Brunella Gasperini, psicologa clinica -. Ma i colori sono caricati di significati culturali. Il rosso, che nella cultura cinese rappresenta buona fortuna e prosperità ad esempio, nella nostra ha più probabilità di essere associato alla sessualità. Rosso è il colore dell’amore, della passione, del sangue. Pensiamo al rossetto, alle rose rosse, alla biancheria rossa, ai film “a luce rossa”». Tesi supportata da alcuni studi di biologia che suggeriscono come il collegamento tra rosso e seduzione potrebbe affondare le sue radici nell’eredità biologica umana e non derivare esclusivamente dal condizionamento sociale. Per esempio, una carnagione rosea indicherebbe una funzionalità cardiovascolare ottimale e le motivazioni riproduttive per scegliere un partner in salute sono evidenti. Altri studi condotti negli Stati Uniti, in Europa e in Africa, riportati dal brand Shiseido, hanno dimostrato che il rosso, in confronto ad altri colori, porta inconsciamente gli uomini a considerare le donne che lo indossano più sensuali e desiderabili e le donne a indossarlo per suscitare una certa reazione nel sesso opposto. Tesi, questa, ulteriormente supportata da un altro studio, condotto dalla British Heart Foundation, secondo il quale la psicologia femminile associa il rosso all’idea di forza, motivazione, passione e fiducia e indossarlo significa sentirsi più sicure di se stesse.

 

ROSSO, IL COLORE FETICCIO DEL NUOVO POWER WOMAN
«Ma non è un talismano per la nostra seduttività – spiega ancora la dott.ssa Gasperini -. Si tratta di uno stimolo forte in grado di catturare la scena, e per questo utilizzato anche per segnalare pericoli imminenti, esprimere proteste, segnare errori. Ed è un colore molto versatile. Una donna che si appropria del rosso può voler esprimere carattere, comunicare indipendenza, emancipazione, forza, determinazione. Non necessariamente un appello sessuale». E questo è il messaggio lanciato anche da stilisti e make up artist dalle passerelle la scorsa primavera, durante la presentazione delle collezioni autunno e inverno, che hanno mescolato moda, bellezza e politica per riaffermare il potere delle donne (eravamo in pieno clima di protesta anti-trumpista) con il rosso scelto come affermazione di un nuovo empowerment femminile. Ecco allora red lips incarnare, secondo le parole del make up artist Yadim, “il potere di una donna su un uomo”. E quelle da lui realizzate per la sfilata di Jason Wu hanno rappresentato forse il make up lips più interessante: un rosso ottenuto mescolando, tamponando e stratificando diversi tipi di rossetti, rossi e arancioni, fino a ottenere una brillantezza inedita e un ancor più inedito sottotono ottanio. E per Lucia Pica, Chanel Global Creative Makeup and Colour Designer, che ha scelto proprio il rosso come tema della sua prima collezione realizzata per Chanel lo scorso anno, Le Rouge – Collection N.1, questo colore “evoca il potere della femminilità, ma anche la sua vulnerabilità. Il rosso è un colore intenso, vulnerabile, sensuale ed eterno”. Che tutte le donne dovrebbero indossare e avere nel guardaroba, secondo Helen Venables, esperta di colori e combinazioni cromatiche per House of Colour (agenzia specializzata nell’individuazione di sfumature adatte a ogni tipo di pelle), perché quello che si adatta meglio a ogni tipo di incarnato, dai più pallidi ai più scuri e perché dona forza e soprattutto un aspetto salubre a chi lo indossa.

PERCHÉ PIACE ALLE MILLENNIALS?
La rivista Elle France registra un dato: il rossetto rosso è stato adottato dalle millennials che ne hanno fatto il loro oggetto feticcio, portato preferibilmente con un look casual e liberandolo dal cliché rossetto rosso uguale femme fatale. “Il rossetto rosso è diventato moderno, una sorta di oggetto self-confident che va al di là del suo significato seduttivo – spiega a Elle France Lucille Gauthier dell’agenzia di tendenze Peclers -. Oltre a essere il colore della vitalità, per le millennials la bocca rossa mat si è imposta come un accessorio indispensabile che non ha bisogno d’altro, né di fondotinta né di capelli perfettamente in odine”. Una tendenza messa in luce qualche giorno fa anche da Vogue.com che ha segnalato il look di Emma Watson, la giovane attrice inglese da qualche tempo impegnata nella difesa dei diritti delle donne, fotografata con un rossetto rosso come unico elemento make up e un cappotto nero. Il titolo del servizio era: “Emma Watson Knows Why the Right Red Lip is a Feminist Force of Nature”.

 

Fonte: Repubblica.it

Il ritorno della tuta: da sportiva a elegante

La periferia finisce sempre in passerella. Sempre. Anche quando è brutta, sciatta, senza stile. Anzi, soprattutto quando è brutta, sciatta e senza stile. O almeno questo dimostra la storia della tuta sportiva, da tutti chiamata ‘da ginnastica’, ieri emblema della sciatteria da sobborgo urbano, oggi simbolo massimo di tendenza patinata. Giacca con zip e cappuccio più pantaloni con elastici in vita, bande ai lati e aperture sul fondo: la tuta è un capolavoro di comodità, per molti un obbrobrio di eleganza, per tutti un fatto di moda. Sono infatti tanti gli stilisti che l’hanno rivalutata in passerella nell’autunno inverno 2017. E sono tanti, anzi tantissimi quelli che l’hanno utilizzata per la primavera estate 2018. La sua storia nasce nel 1919, passa per lo sport tra le due Grandi Guerre, prende una scorciatoia musicale negli anni Settanta/Ottanta per arrivare prima tra star e celebrity e poi raggiungere finalmente il traguardo impensabile, le sfilate di moda. Ma come è successo?

Tuta da lavoro: l’inizio di un mito
Si deve al Movimento Futurista l’ideazione della prima tuta: è il 1919 e l’artista Thayat insieme al fratello Ram inventano la ‘Tu-Ta’, capo d’abbigliamento che infrange i codici borghesi del vestire con un pezzo composto da un solo elemento a forma di T che rende tutti uguali (in francese tout-de-même, termine che poi si contrae in ‘tuta’).

Nel 1919 l’artista Thayat col fratello Ram inventano la ‘Tu-Ta’, capo d’abbigliamento che infrange i codici borghesi
Nel 1923 arriva Varst, tuta operaia pensata da Aleksandr Rodchenko con la moglie Varvara Stepanova. La tuta sportiva Adidas, modello diventato un archetipo del vestire contemporaneo, nasce nel 1965 e adotta ai lati di gambe e braccia le famose tre bande della multinazionale sportiva.

La tuta tra musica, cinema e star
Dalla fine degli anni Settanta fino a tutti gli Ottanta, sarà l’hip-hop americano a trasformare la tuta in un capo culto indossato da celebrità, musicisti e artisti. Il cinema fa ovviamente la sua parte: nel 1973, Bruce Lee sceglie una tuta gialla con strisce nere in L’ultimo combattimento di Chen; e nel 2001 Ben Stiller la vuole come divisa nella pellicola-culto I Tenenbaum girata da Wes Anderson; e nel 2003 Uma Thurman porta un modello simile a quello di Bruce Lee in Kill Bill di Quentin Tarantino.

La tuta oggi: dalle periferie alla passerella
Diventata emblema del vestire comodo e rilassato, la tuta sportiva passa dalle periferie delle grandi città alle passerelle in due fasi. Ieri grazie al marchio americano Juicy Couture, che la propone con grande successo in una versione di ciniglia, indossata da tantissime dive nei momenti di relax. Oggi con i grandi stilisti che la mettono in passerella per l’autunno inverno 2017/18 e per la primavera estate 2018: Marc Jacobs, Chloé, Gucci, Miu Miu, Sacai, Vetements fino ai più nuovi Fenty di Rihanna per Puma e Palm Angels. Per arrivare alla versione ‘couture’ di Pierpaolo Piccioli che per la collezione Cruise 2018 di Valentino l’arricchisce con lavorazioni d’alta moda.

Perché ci vestiremo con la tuta da ginnastica
Non ci sono dubbi: tutti gli stilisti di oggi hanno un’ossessione per la tuta, capo d’abbigliamento improvvisamente presente su tutte le passerelle. “Il fatto è spiegabile soprattutto per l’ossessione generale per la forma fisica”, racconta Sofia Gnoli, docente di Storia della Moda all’Università La Sapienza di Roma. “Dopo l’hip-hop, infatti, la tuta è tornata di tendenza per il suo legame simbolico con lo sport”.

“La tuta rappresenta un crash visivo per la moda contemporanea”
“Non va dimenticato che la tuta rappresenta un crash visivo per la moda contemporanea”, aggiunge Maria Luisa Frisa, critico di moda, curatore e docente allo Iuav di Venezia. “Questo capo, infatti, riesce a rendere informale e più giovane tutto il guardaroba tradizionale. Aggiungendo un’aspetto piùquotidiano e più contemporaneo all’abbigliamento formale”.

 

Fonte: Repubblica.it

Capelli: i tagli e i look per l’autunno e inverno 2017-18

Maschile e femminile si sovrappongono e si intersecano, influenzati da reminiscenze derivanti dal passato che rivivono e descrivono una nuova contemporaneità caratterizzata sempre più dal bisogno di personalizzare delineando una bellezza univoca, che si nutre di codici standardizzati ma interpretati in chiave del tutto personalistica. «Non esistono due codici genetici identici e non esistono due volti identici e con i medesimi colori. Un buon taglio, un buon colore e una buona piega vanno sempre studiati e creati per ogni cliente, rispettandone e valorizzandone l’unicità», sottolinea Toni Pellegrino, direttore creativo dell’hair brand The Best Club by Wella. E questo vale soprattutto per i tagli corti, must have per l’autunno e inverno, mai abbandonati in realtà ma che in certi momenti tornano a dominare, quasi a voler sottolineare, suggeriamo noi, momenti di profondo cambiamento durante i quali la femminilità si rimette in gioco, tesa in uno sforzo di delineazione di nuovi codici ma restando fedele al passato, al classico che rimane come base solida da cui partire per delineare una nuova estetica, più in linea con il sentire comune.

GENTLEWOMAN, LA NUOVA FEMMINILITÀ
E in questo momento in cui si fa largo il gender free, gli hair stylist suggeriscono un’estetica più soft, che vede convivere i due generi in quello che il brand Framesi ha descritto come “gentlewoman”. Un nuovo modo di interpretare i codici maschili, in chiave utilitaristica e in senso inverso rispetto a quello che comunemente si tenderebbe a credere: per affermare ancor più il carattere e i codici estetici femminili si utilizzano quelli maschili. E cosa più di un corto boyish, à la garçonne ma ingentilito da ciocche free e leggermente wavy? Su questo versante si muovono molti hair brand, che per le loro collezioni hanno pensato a corti in versione pixie e soprattutto bowl cut a volte iper-grafici, per definire una sensualità strong e senza compromessi. Come Compagnia della Bellezza capace di fondere un taglio di derivazione sixties con uno stile boyish in versione mossa e curly.

IL NUOVO ROMANTIC MOOD
Spesso, come nella collezione James Hair Fashion Club, firmata da James Longagnani, tagli, colori e acconciature si incontrano in uno stile in cui maschile e femminile si influenzano e si confondono dando origine a un’estetica d’avanguardia, dal sapore nordico e romantico, con nuovi hairstyle seducenti e intensi come autentici ritratti artistici. Mentre piccoli touch come frange frastagliate e sconnesse riescono a dare un mood up to date: frangette cortissime e ribelli, basette under cut o importanti che incorniciano il viso e mettono in risalto i lineamenti. O ancora fringe iper-lineari che sfiorano gli occhi accompagnate da sfilature estreme sulla nuca. Look che definiscono alla perfezione un’altra keyword di stagione: tomboy, un look scanzonato che anche l’hair-guru dei fashion show Guido Palau ha voluto delineare per le modelle della sfilata Christian Dior, con onde morbidissime e tagli corti sempre ingentiliti da movimenti dolci ma “imprigionati” sotto baschetti neri.

BOYISH
Non mancano soluzioni all’insegna del maschile più autentico, come quelle proposte da Schwarzkopf che con il look Out of Shape della collezione The Ikonic Collection, rivisita la scena musicale New Wave che affonda le sue origini nel punk e nell’elettronic catturandone l’essenza di entrambi e dando vita a corti gender-bender dalle forme avanguardiste, con multistrati che donano profondità multidimensionale e colori che tendono al sintetico e allo sperimentale: biondi double ton, bianchi ultra-white e rossi rivoluzionari. Dalla stessa elettrizzante energia da cui sono nati generi come il punk e il grunge, invece, sempre Schwarzkopf Professional ha preso ispirazione per il trend Electric Youth, con hairlook che incarnano perfettamente la cultura tribale ma con un approccio wild. Un trend lontano dai tagli e dalle colorazioni classiche che abbraccia look anticonformisti e all’avanguardia, basato su contrasti di lunghezze e forme, mixati a texture ruvide e colori fosforescenti, biondi, pastello e toni soft biscotto, albicocca e dorati. Infine, non mancano cut all’insegna del “classico” in chiave rock, dal finish very sleek.

 

 

Fonte: Repubblica.it

Power woman: la rivoluzione passa anche da un rossetto

I segnali giungono da più parti e già da un po’ di tempo. E indicano che si sta avviando un nuovo clima, “zeitgeist” come lo chiama Mac Cosmetics, il brand make up che, forse più di ogni altro, funge da metal detector di umori e tendenze. E questi segnali suggeriscono un nuovo statement che partendo dal clima politico e sociale, disegna una nuova cornice entro la quale collocare un termine (e un concetto) forse obsoleto, vecchio se si vuole: potere, meglio ancora… potere alle donne. Che può sapere di femminismo un po’ stantio e un po’ superato ma che in realtà riemerge in forme nuove, rinvigorito e consacrato anche dalla moda e dal beauty. Il che suggerisce una completa inversione di tendenza rispetto a quarant’anni fa, quando la negazione di valori estetici attinenti al bello e alla cura di sé come puro piacere dava valore e pregnanza al messaggio. Insomma, in poche parole, se negli anni ’70 bruciare i reggiseni, lasciare la chioma incolta e il viso acqua e sapone stava a significare: “Sono una donna impegnata e non ho tempo di curare il mio lato femminile più civettuolo”, oggi le regole suggeriscono il contrario, in un gioco di ribaltamento di ruoli e visioni. E se anche si decide di non indossare make up, anche questo diventa un segnale chiaro: “La sicurezza nello scegliere di non indossare molto make up è la più recente dichiarazione di potere delle donne”, spiega la make up artist Lyne Desnoyers.

INVERSIONE DI TENDENZA
Alcuni indizi si erano colti già la stagione scorsa, quando sempre Mac introduceva nel beauty in generale e nel make up in particolare, concetti come “autenticità” e “spontaneità” per indurre la donna a riprendersi la scena, soprattutto il trucco, per affermare la propria individualità. Meglio ancora, il potere decisionale in merito alla propria bellezza fino a trasformare il tutto in un’attitudine forte, volitiva, assertiva. Dunque “potere, nello specifico, potere alle donne è il riff che la maggior parte di stilisti e make up artist suonano per la stagione autunno e inverno 2017-18”, ci informano da Mac. “La donna moderna usa il make up per mostrare che comanda – afferma la make up artist Val Garland -. È forte, vistosa e orgogliosa”, ma soprattutto sfaccettata, multiforme e mai impositiva, poiché il vero potere equivale all’autonomia, anche quella di scegliere che colori e forme indossare. Prada, ad esempio, sulla passerella autunno e inverno ha utilizzato il maquillage, opera di Path McGrath, per lanciare un preciso messaggio: “Ci si trucca per auto-affermare se stesse, non per compiacere gli altri”.

La sicurezza nello scegliere di non indossare make up è la più recente dichiarazione di potere delle donne
Anche l’attrice Lena Dunham, autrice della newsletter Lenny e impegnata nella lotta per la consapevolezza di sé e del proprio corpo, è intervenuta sull’argomento affermando: “Dopo 40 anni ci ritroviamo a discutere di diritti che pensavamo acquisiti e la discussione ha coinvolto una nuova generazione di donne che non si sono mai interessate alla politica o al dialogo su ciò che davvero vogliamo, meritiamo e del modo per ottenerlo. E la buona notizia è che questa nuova ondata di femminismo pone al centro della discussione l’essere donna in tutte le sue sfaccettature, comprese il riappropriarsi del trucco come semplice piacere da assecondare, un momento di gioia privata anche per l’attivista più impegnata”.

“THE REVOLUTION WILL WEAR RED LIPSTICK”
E Lena Dunham ha colto in pieno il clima politico americano e il messaggio più forte che giungeva dalle passerelle autunno e inverno durante la primavera scorsa: “Potere alle donne”. Captato in quei giorni anche dal quotidiano New York Times con un editoriale dedicato ai beauty trend appena emersi, intitolato “Make Way for the New Power Woman”, nel quale si legge: «Ispirato forse dalla marcia delle donne su Washington (per non parlare della nuova ondata femminista scaturita da allora), i più importanti beauty look emersi alla New York Fashion Week hanno portato un nuovo messaggio: “C’è una nuova donna di potere in circolazione che non ha paura di maltrattare gli stereotipi di bellezza a suo piacimento”. Personalizzare la bellezza, dunque, un concetto che era già emerso da qualche stagione dai backstage e che in quel momento acquisiva sempre più forza, caratterizzandosi di sottili venature sociali e politiche. La truccatrice Diane Kendall aveva così commentato il trucco appena realizzato per la sfilata Alexander Wang: «Il make up è ispirato da una donna sicura di sé, che non teme nulla e che possiede una personalità catalizzatrice: al suo ingresso in una stanza è immediatamente notata da tutti».

Ma il potere delle donne può passare anche dalle labbra rosse, come suggerisce sempre Lena Dunham che parla della connessione causa-effetto tra l’utilizzo del colore nel make up, in particolare il rosso per le labbra, e le richieste e proteste delle donne. Nulla di nuovo, i soliti corsi e ricorsi della storia perché in fondo si tratta della stessa dinamica manifestatasi a inizio Novecento, quando il movimento delle suffragette utilizzò anche il rossetto rosso come simbolo di indipendenza e auto-affermazione. In questo aiutate da Elizabeth Arden che ne creò uno apposta e lo regalò alle manifestanti nel 1920. “Puoi essere una femminista e portare il rossetto rosso!”, conclude Lena Dunham, che segnala anche come l’artista e attivista Sarah Sophie Flicker non dimentica mai di indossare il rossetto Ruby Woo di Mac, uno dei più iconici e venduti, come si trattasse di una sorta di “segnale di guerra”.

CAPELLI: GENTLEWOMAN
Il potere femminile passa anche dall’appropriazione di codici maschili in una chiave del tutto nuova, per distaccarsene, esasperandoli, se necessario. Come accade nell’hairstyling, che utilizza sempre più spesso i elementi maschili per accentuare quelli femminili, in una sorta di ossimoro visivo in cui uomo e donna si sovrappongono e si intersecano fino a delineare una nuova estetica gender ma non free, con tagli che si appropriano del corto “alla maschietta” ma ingentilito da piccoli dettagli più femminili come ciuffi, frange e movimenti seducenti. Oppure chiome minimali come code di cavallo basse e morbide, viste soprattutto sulle passerelle autunno e inverno, in pieno rigurgito anti-trumpista, in ossequio al diktat lanciato dagli hair stylist: “Dimenticate le acconciature simbolo del potere, i bob ordinati e i volumi e sostituiteli con soluzioni più morbide”. Gli hair salon a loro volta hanno accolto il messaggio e rilanciato con soluzioni che rispecchiano questa visione, affrontata da differenti punti di vista e seguendo diverse vie. Una delle quali è riassumibile nel perfetto termine coniato dall’hair brand Framesi: “Gentlewoman”, ovvero la fusione tra gentleman e woman, che sta a indicare un nuovo coté della femminilità, da esaltare attraverso l’utilizzo di codici prettamente maschili.
Un’ultima domanda ci poniamo: il caso Weinstein provocherà altrettanta reazione anche in anche bellezza? Non ci resta che attendere gli sviluppi.

Un’ultima nota: la scritta in rosa a caratteri cubitali che la cantante italiana più cool del momento, Levante, portava impressa sulle spalle la prima serata Live di X Factor: Girl Power. E il messaggio lasciato sulla pagina Instagram “GIRL POWER non è solo un modo di dire, oggi più che mai stringiamoci la mano”.

 

Fonte: Repubblica.it