GLI ANNI ’60 SONO TORNATI? ALCUNI INDIZI
“The 60s started It”. Con questa breve frase Rihanna ha commentato una sua foto su Instagram lo scorso aprile, durante il Festival di Coachella, con un look che in effetti ricordava proprio quel periodo, un bob-bouffant realizzato dall’hair stylist Yusef Williams e un ombretto turchese saturo.
Il mese successivo l’attrice Vanessa Hudgens ha fatto altrettanto, con in più una fascia nera a trattenere l’acconciatura bouffant e un make up con eyeliner cat su eyeshadow azzurro e ciglia e sopracciglia in evidenza. Subito dopo irrompono le sfilate Haute Couture a sottolineare quello che già si era intuito: gli anni ’60 sono tornati!
La sfilata di Valentino, infatti, ha portato in passerella modelle con acconciature extra extra volume, bouffant sorprendentemente voluminosi messi a punto da Guido Palau, ripresi in una certa misura da Giambattista Valli, in formato bob e con tanto di nastro nero bon ton. Volume infine rilanciato anche in versione più rock da Fendi, con un beehive estremo e un cat eye altrettanto impattante.
Nel frattempo Lily Collins si è presentata nel front row della sfilata Miu Miu a Parigi con un look retrò davvero irresistibile e very sixties: ombretto azzurro brillante sugli occhi, ciglia in evidenza e capelli leggermente cotonati e trattenuti da un fermaglio vintage. Non c’era bisogno di ulteriori prove, gli indizi che i fabulous sixties stavano tornando erano espliciti. E lo sono stati ancora più questo autunno quando le cover delle più importanti riviste hanno messo in copertina modelle con look diversi ma tutti convergenti sui ’60.
Taylor Swift su Harper’s Bazaar ha intervistato Patti Boyd, la modella e musa rock che negli anni ’60 stregò Eric Clapton e George Harrison, riproponendone il look, non tanto bon ton ma più… vixie, glam rock e “swinging London”, con tanto di ciglia ispirate a Twiggy.
Sempre in agosto, la rivista W ha messo in copertina la giovane attrice Millie Bobbi Brown, presentata come “icona della sua generazione”, ma paradossalmente con trucco e parrucco very sixties, anzi ispirato alle attrici dei film di Hitchcock come ammesso dai look maker, l’hair stylist James Pecis e il make up artist Aaron de Mey: un beehive messy e un audace winged eye nero.
A settembre è stata la volta di Marie Claire che con Zendaya ha presentato una versione sensuale del look retrò, con un raccolto voluminoso e spettinato, labbra nude e cut crease, riga di eyeliner a metà palpebra che termina a punta nell’angolo esterno dell’occhio.
Mood ripreso dalla truccatrice Erin Parsons per Gigi Hadid, che dalla cover di Vogue Brasil sembrava arrivare direttamente da una festa degli anni ’60, con tanto di chignon sfatto.
Non poteva mancare all’appello Edward Enninful e il suo Vogue UK, che per il numero di novembre ha voluto proporre l’allure delle ladies di Park Avenue dell’epoca e in particolare della modella Jean Shrimpton. A colpire, oltre a vestiti e gioielli, l’acconciatura, messa a punto dall’hair stylist Christiaan, che ha parlato di “acconciatura Park Avenue”, un bob bouffant, appunto, ammettendo di essersi ispirato alle signore dell’Upper East Side e della Fitth Avenue al suo arrivo a New York molti anni fa, quando era direttore creativo del salone Coiffures Americana di Bergdorf Goodman. Bentornati anni ’60, dunque!
WELCOME SIXTIES!
Dopo i numerosi indizi, non si può non dare il benvenuto a uno dei decenni che più hanno segnato la storia anche della bellezza, non univoco nello stile e forse per questo così appealing da tornare periodicamente a interessare star e addetti ai lavori. Bentornati dunque bob bouffant alla Jackie, punte all’insù alla Shrimpton ma anche beehive alla Bardot, ciglia ispirate a Twiggy, cat eye alla Cleopatra e colori che riproducevano in qualche modo lo stato lisergico procurato dalle nuove droghe. “Periodi nel tempo che hanno uno stile ben codificato torneranno sempre nelle nostre vite – spiega l’hairstylist James Pecis -. E gli anni ’60 sono stati uno di quei momenti in cui c’era un fermento nelle tendenze che creava una certa identità: la musica, la moda, l’arte e i film degli anni ’60 hanno creato un movimento e uno stile a cui faremo riferimento per sempre”.
E mentre, ad esempio, la bellezza degli anni ’80 è passata alla storia come il trionfo dell’audacia, gli anni ’60 hanno il vantaggio di essere ugualmente di impatto, ma con un tocco più raffinato. Se anche le acconciature erano quasi improponibili ai nostri occhi, avevano comunque un che di attraente seduzione, così come l’eyeliner di impatto aveva comunque una forma ben stilizzata. Tutto insomma era realizzato con il massimo dell’accuratezza, comprese le tanto osannate ciglia alla Twiggy. E in effetti, sono state le acconciature di Valentino realizzate da Guido Palau a destare scalpore e ammirazione la scorsa primavera e ad attirare un’attenzione della quale lo stesso parrucchiere si stupisce: “Sono stato sorpreso dalla reazione. Sapevo che era un look fantastico, ma non pensavo che avrebbe suscitato una risposta del genere, una conferma che le persone amano vedere qualcosa di non reale. Forse i tempi non facilissimi che viviamo promuovono la voglia e il piacere di vedere qualcosa di esuberante e di estremo nel mondo beauty.
Forse questo è un momento in cui le donne hanno bisogno di quel genere di sogno”. Molto probabilmente Palau ha colpito nel segno: oggi le donne hanno voglia di raffinatezza e stile, di una buona messa in piega e di un trucco che si lascia osservare e ammirare, sì, con tanto di eyeliner, compresa la variante colorata proposta da Peter Philips per Christian Dior e ombretti saturi e scintillanti, dall’azzurro al verde.
Fpnte: Repubblica.it