La bellezza sfila a New York, tra rose, labbra surrealiste e pizzi tattoo

Sento che la moda si è in qualche modo persa un po’ ed è facile per tutti essere travolti da tendenze che hanno perso il contatto con la realtà, con ciò che donne e uomini vogliono indossare”. Con questa frase dello stilista Tom Ford si è aperta la settimana della moda newyorchese, dove le prime tendenze di bellezza per la prossima primavera e estate hanno cominciato a delinearsi e a prendere forma. Una New York a tratti sorprendente, che ha visto trucco e parrucco varcare la soglia della sperimentazione in maniera più prepotente rispetto al solito, dando concretezza al pensiero di Ford. Terreno, quello sperimentale, solitamente appannaggio di Londra che, sempre in ambito make up, regala solitamente poche idee portabili ma ricchi spunti che spesso prenderanno forma più concreta e definita nei mesi successivi. Sorprende che la pragmatica New York stia spostando l’attenzione verso il surreale, l’onirico a volte e spesso verso il gioco manieristico, anche se lo sguardo al reale è sempre fortissimo.

E se durante le scorse stagioni le passerelle sono state spesso teatro di protesta, una sorta di prolungamento di quello che stava accadendo nelle strade, dal movimento #metoo alle proteste anti-Trump, fino al nuovo empowerement femminile e alla protesta anti-armi di Everytown for Gun Safety e quella black di Black Lives Matter, questa volta il New York Magazine segnala che “la famiglia e le culture di accettazione ed esclusione sono state un tema forte in questa stagione” e soprattutto “che la famiglia non è dettata dal sangue e che c’è spazio per ogni individuo nella comunità della moda. Ci vuole una folla per distinguersi… È impossibile essere se stessi senza una comunità. I migliori stilisti della New York Fashion Week in questa stagione sembrano aver dato ascolto a questo consiglio. Ma hanno anche dimostrato che l’età non è necessariamente correlata a uno spirito giovanile; chiunque può averlo, anche Ralph Lauren, che ha 78 anni e ha festeggiato il 50esimo anniversario del suo brand”. Ma anche Jeremy Scott, che con la sua collezione ha voluto celebrare la sua carriera e i suoi ricordi, i riferimenti pop-culturali, l’iconografia di riviste e fumetti, l’incredibile tavolozza di colori, l’infanzia e i centri commerciali americani. Ecco dunque dominare il colore, i cui primi segnali si erano visti la scorsa stagione, una nuova idea di romanticismo ma senza dimenticare il classico, traducibile con trucco nude e smokey eyes, un po’ il marchio di fabbrica delle sfilate newyorchesi e, in generale, quello stile effortless chic fatto di acconciature semplici, naturali, ma solo all’apparenza.

NEW ROMANTIC
Femminile ma non stucchevole, intensa. Così è la visione romantica alla New York Fashion Week. Con il rosa che domina in soluzioni innovative, il golden rose utilizzato per le labbra metalliche di Jeremy Scott, gli chignon slim della sfilata Brock Collection, ispirati a una diciassettenne Liv Tyler protagonista del film del 1996, Stealing Beauty e le bocche delle modelle di Ulla Johnson, colorate di un rosa magenta brillante ma con finish smudge, come appena morsicate. Ad alzare l’asticella del new romantic, però, sono le teste “fiorite” viste da Rodarte, l’hair look del quale si è forse più parlato. Creato dall’hair stylist Odile Gilbert, è stato ispirato da un roseto e pensato per sembrare “romantico e sfatto nello stesso tempo, decadente”, ha spiegato Gilbert. Che ha creato un’acconciatura diversa per ogni modella, quindi onde lunghe e sottili con rose intrecciate, updo di ogni forma e perfino chiome afro, ma sempre accessoriate da fiori e accessori vari, tra i quali anche uccelli in metallo ispirati all’Art Déco. Delicatezza, invece, ispiravano i tattoo in pizzo apparsi sulla pelle delle modelle di Dionne Lee, così reali all’apparenza da confondersi con i pizzi veri del tessuto degli abiti, dai quali la make up artist Erin Parsons ha preso spunto.

SPERIMENTAL LIPS
Le labbra sono state oggetto di vera sperimentazione, con soluzioni forse non portabili se non in occasioni speciali, ma di sicuro e forte impatto. A cominciare dai glitter foil per le golden rose lips di Jeremy Scott, ovvero bocche metallizzate oro-rosa dettate dai ricordi anni ’80 dello stilista, il quale ha raccontato di essersi ispirato all’atmosfera anni ’80 del NYC Club Kid e del clubbing newyorchese in generale. “Ho preso ispirazione dalle vecchie Polaroid che ho realizzato dal 1996, sperimentando il trucco e le acconciature che ho creato su me stesso prima di portarle in passerella. C’è qualcosa in quell’effetto glamour del labbro che mi ricorda la mia gioventù selvaggia”. Effetto glamour che la make up artist Kabuki ha realizzato utilizzando dei fogli in lamina color oro-rosa da applicare sulle labbra con una speciale colla per ciglia. Lo stesso finish, ha spiegato la truccatrice, lo si può ottenere premendo dei glitter sul rossetto. Stesso mood sperimentale le marble lips di Eckhaus Latta, ovvero un effetto marmorizzato che la make up artist Kanako Takase ha “rubato” al trucco che i bambini amano farsi, multicolor e iper-lustry come “un acquerello”. Un trend che sicuramente catturerà la fantasia delle giovani instagrammer.

LO SMOKEY EYES NON TRAMONTA MAI
Di sicuro effetto se l’obiettivo è un look sofisticato, lo smokey eyes viene proposto a ogni stagione e spesso oggetto di sperimentazioni varie. A New York non è passato inosservato quello proposto dalla make up artist Diane Kendall per Tom Ford, intenso, una variazione sul tema dei toni beige, marrone e taupe con qualche riflesso d’oro che soddisfa in pieno il ritorno alle atmosfere seventies portate in passerella dallo stilista che lo ha definito come “il look più sensuale da diversi anni”. Una sorta di “cubo di Rubik” secondo la truccatrice, ricco di numerose sfumature e ottenuto grazie all’utilizzo di non meno di dieci prodotti, tra i quali ombretti in crema e in polvere, definiti da una linea di eyeliner lungo la rima ciliare e con un leggero effetto bagnato conferito dall’utilizzo di un balsamo per labbra al centro della palpebra e sfumato con un pennellino. “Questo trucco funziona meglio con l’eyeliner piuttosto che con l’ombretto, poiché è più pigmentato e più difficile da fondere da solo”, ha spiegato la Kendall.
WELCOME COLORS!
Il colore, che si è fatto strada nelle ultime due stagioni, ha trovato il modo per esplodere in tutta la sua ricchezza cromatica, tale da trasformare il viso in una tela pop ma anche in grado di stupire con la sua semplicità. Si passa dunque dalle labbra blu-nero di Christian Cowan ai tratti iper-grafici e glitterati che sembrano arrivare da un’altra galassia di Tadashi Shoji, nei toni argento, blu, rosso. Da Anna Sui, invece, Path McGrath ha utilizzato il colore con un effetto soft, sugli occhi ma anche sulle tempie e sulla fronte delle modelle, come un pastiche ad acquerello tra il giallo, il fucsia e l’arancione. La make up artist Bobbi Brown, invece, ha dato vita a un mood giocoso, con ciglia rivestite da uno spesso strato di mascara rosa, mentre le labbra avevano solo un tocco di colore al centro, come se le modelle avessero appena mangiato un ghiacciolo. I colori dei ritratti di Picasso sono stati invece l’ispirazione del make up Rodarte definito “grafico e delicatamente geometrico”, opera di James Kaliardos e ispirato da una visita alla mostra Picasso 1932 – Love, Fame, Tragedy, presso la Tate Modern. Ispirato dunque ai ritratti dell’artista spagnolo, il trucco vede impiegati tre colori, rosa, giallo e blu: “Non volevo che fosse effetto block o con bordi o linee nette, volevo un effetto saturo, una morbida geometria sul viso. Una forma rettangolare di colore ma che non assomigliasse a un ombretto Instagram”, ha spiegato Kaliardos. E mentre le rose nei capelli e i colori degli occhi variavano da modella a modella, tutte indossavano lo stesso colore di rossetto, un rosso scelto perché “sembra piuttosto grafico, come un dipinto di Salvador Dalí, che funziona su tutti”.

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CAPELLI: SEMPLICITÀ “OUT OF BED” ED EFFETTI WET
Se il messaggio degli hair styling della scorsa stagione, a New York, è stato “semplice ma non noioso”, questa volta i capelli si prendono una rivincita con hairdo più elaborati e scenografici, ispirati agli anni ’80, che convivono comunque con hair look simply chic in versione naturale. In passerella, dunque, si è visto di tutto: dai bun raffinati alle vivaci e colorate parrucche, fino a raccolti effetto beehive, sfidanti la forza di gravità. Il look naturale, poco costruito, si materializza nelle acconciature “Inwoke up like this” create dall’hair stylist Kien Hoang per Nicole Miller, con onde e ricci non strutturati, come per evidenziare il fatto che ci si trova nella “città che non dorme mai”. Effortless chic il mood visto da Milly by Michelle Smith, dove Odile Gilbert ha utilizzato un ferro arricciacapelli per dare ai capelli “una texture naturale”, quindi ha lavorato le onde con le punte delle dita per il perfetto look “out of bed”. Tutta americana, invece, l’allure delle modelle di Brandon Maxwell messe a punto da James Pecis, mentre l’effetto wet, tipicamente estivo, ha trovato piena realizzazione da Calvin Klein, dove la parola d’ordine è stata “clean” tradotta in teste bagnate, dalla doccia o dal mare, realizzate da Guido Palau, l’hair stylist per il quale nei backstage nulla è dato per scontato e che per realizzare le sue visioni non esita a tagliare e colorare chiome seduta stante. L’ispirazione è stata al film Jaws e le acconciature prevedevano capelli asciutti e vaporosi in cima e gocciolanti sulle punte. Su alcune modelle, le scollature sono state truccate con dei prodotti lucidi per dare la sensazione di umido, come se fossero appena uscite dall’oceano, all’insegna del ricercato realismo. Semi-wet invece l’hair look di Prabal Gurung, con un raccolto destrutturato effetto legermente web dal mood sporty chic.

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