In Europa, stando ai dati internazionali rivelati quest’anno a Rimini Wellness, il fitness è un business che genera il 2% del Pil Ue; in Italia rappresenta un affare da 14 miliardi di euro che coinvolge 18 milioni di persone (dati FitBit). Non stupisce, dunque, che palestre sempre più attrezzate e con orari non-stop spuntino come funghi, coinvolgendo persino gli interessi di star come Madonna, che nelle sue sale da fitness Hard Candy di recente ha addirittura portato un allenamento “Addicted to sweat”, ispirato al mondo del Bondage.
E mentre ragazze “star” di Instagram propongono esercizi per scolpire addominali e glutei ispirando ogni giorni milioni di persone (la regina del “model fitness” è la venezuelana Michelle “The body” Lewin, con oltre 12 milioni di followers su Instagram), l’overtraining o sindrome da sovrallenamento è ormai un problema riconosciuto, al punto che uno studio Usa, battezzato Cardia (Coronary Artery Risk Development in Young Adult Study) e condotto analizzando i comportamenti di migliaia di persone per oltre 25 anni, ha dimostrato che gli uomini che praticano attività fisica per più di 7 ore e mezza a settimana corrono un rischio dell’86% più alto della media di accumulare depositi di calcio nelle arterie coronarie. Dell’intossicazione da fitness abbiamo parlato con la la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini, facendoci spiegare come uscirne. In sette mosse.
1. Focalizza il problema: come capire se sei una gymaholic
Come ogni attività anche lo sport, qualora inizi a occupare troppo spazio nella mente e a condizionare pensieri e vita quotidiana, può generare ‘intossicazione’, o addirittura una vera e propria dipendenza. “Il termine inglese che rappresenta meglio questo processo di lento scivolamento dal piacere di fare attività fisica alla vera e propria intossicazione, spiega Lucattini, è gymaholic (ubriaco di palestra), che può portare a diventare gym-addicted o fitness-addicted. Il fenomeno è conosciuto da tempo ma ha avuto un aumento esponenziale col moltiplicarsi dei corsi online di fitness e persino di body-building, che in alcuni casi finiscono per sovrapporsi e confondersi. I corsi online sono sponsorizzati da importanti marche di abbigliamento per lo sport, case che producono integratori acquistabili anche online ma che andrebbero assunti sotto controllo medico, perché ad alto dosaggio possono risultare dannosi per l’organismo”.
Il primo passo è insomma quello di avere consapevolezza che si è andati oltre il normale allenamento o la passione per lo sport. “I primi segnali sono i malesseri fisici, dolori ai tendini e ai muscoli, quindi” continua l’esperta, “una necessità ingovernabile di dedicarsi al fitness ogni giorno, più volte al giorno, compresi i giorni di festa, sacrificando gli amici, la famiglia e il lavoro”. Persino alcuni importanti personal-trainer sono caduti in questa forma di dipendenza, nonostante che per loro si trattasse di una professione, e per primi hanno cominciato a porsi il problema dell’impatto psicologico del sovrallenamento sui propri “followers” e del messaggio trasmesso. Zanna Van Dijk, blogger e fitness-influencer, scrive che il suo modello vuole essere basato sull’ “equilibrio e la sostenibilità” dell’allenamento. Un modello, quindi, positivo e incentivante.
I campanelli d’allarme insomma sono tanti, alcuni quasi inavvertiti, dai piccoli traumi alla depressione del sabato e della domenica, che viene compensata andando ad allenarsi anche nel week-end, magari proprio per incontrare gli amici della palestra. “Un altro campanello di allarme” continua Lucattini, “è il desiderio di postare tutti i piccoli miglioramenti sui social; un altro ancora è il fatto di cambiare alimentazione senza consultare un nutrizionista, cercando su internet come migliorare il proprio rendimento. Un importante campanello d’allarme, inoltre, sono i disturbi del sonno, soprattutto insonnia, ma qualche volta anche improvvisi colpi di sonno da ipoglicemia, da calo improvviso degli zuccheri nel sangue o da alterazione del metabolismo del surrene”.
2. Fatti seguire da un personal trainer
“Una costante attività fisica” spiega Lucattini, purché fatta con preparatori atletici laureati e dietro indicazione del medico sportivo, che dia un indirizzo sui programmi personalizzati e nella preparazione delle schede tecniche, permette di mantenere il tono muscolare, di prevenire le malattie articolari, di compensare la sedentarietà della vita quotidiana e indubbiamente induce un grande benessere psicologico, sia su una base neuroendocrina, per la produzione di endorfine, sia per la pratica stessa di una disciplina che organizza la giornata (timing). Al tempo stesso, favorisce un migliore contenimento delle emozioni e dell’impulsività. Praticare una disciplina con costanza, e ricevere il benessere fisico a essa associato, vedendo i risultati, migliora l’autostima e aiuta a affrontare meglio le insicurezze, anche a partire dal corpo. Con la guida di personal trainer esperti e attraverso un’informazione corretta è possibile intercettare subito i primi segnali ed evitare di cadere in un over-use ovvero in uno sforzo eccessivo o in una dipendenza”.
3. Ridimensiona i tuoi idoli
“Negli adolescenti che hanno un problema naturale con l’immagine corporea perché si stanno adattando alla trasformazione del fisico e della mente, specie se insicuri e depressi, il miraggio di una trasformazione “fai da te”, verso un ideale di fisicità proposto dai media, può attecchire. Per questo si affidano ai nomi famosi che furoreggiano sui social, con immagini trasformate con photoshop, “posate” o scattate da professionisti. Questi personaggi però non sono mai come appaiono nelle foto o nei video, bensì gestiti da social manager ed esperti del settore, fotografi e videomaker, che sanno come riprendere le immagini, montarle e proporle”, spiega Lucattini.
4. Non prendere “scorciatoie”
“Tra i 25 e i 35 anni” continua l’esperta, “quando c’è una naturale trasformazione del corpo (anche se non si può parlare di invecchiamento), il miraggio è invece quello di ottenere dei risultati eccezionalmente efficaci in tempi rapidi, con l’aiuto di un esercizio fisico molto stressante, forte e dopante associato all’uso di integratori alimentari e non di rado anche degli ormoni, benché non legali. Il pericolo è su due fronti, fisico e psicologico: fisico perché il sovraccarico da allenamento può provocare fratture, strappi muscolari, ipoglicemia, perdita di peso eccessiva; psicologico per il rischio di depressione da esaurimento metabolico, che spesso viene compensata con l’uso di sostanze psicostimolanti, eccitanti e anche anfetaminosimili, nate per patologie specifiche e che sul mercato illegale causano un down importante fino alla depressione da fatica”.
5. Allontanati dai social
Studi recenti hanno dimostrato che l’arrivo dei social in palestra e a casa ha fatto aumentare in modo consistente il numero di coloro che praticano fitness e quindi anche, percentualmente, di coloro che ne diventano dipendenti. “Non va sottovalutato che le dipendenze da attività fisica e da social possono sommarsi ed è quindi poi difficile capire chi potenzia che cosa. Il bisogno di apparire” spiega Lucattini, “potenzia quello di allenarsi, e la fatica e gli sforzi per raggiungere una certa forma fisica fanno aumentare il bisogno di postare sul web. Ogni passaggio delle proprie giornate è fissato e pubblicato per verificare il riscontro che ottiene. Il fenomeno è preoccupante e credo che sia legato all’aumento, in parallelo, dei disturbi alimentari, anche tra i maschi adulti”.
6. Consulta uno psicoterapeuta
Gli over 50 e gli over 60 che si dedicano al fitness, anche “estremo”, sono in aumento e rappresentano una nuova fascia di mercato. “A questa età è bene dedicarsi a un’attività più leggera e costante, se mai crescente, con la guida di un medico sportivo e sotto la lente di ingrandimento dell’ortopedico, del nutrizionista e possibilmente di uno psicoterapeuta, che aiuti ad affrontare nuove fasi della vita, la piena maturità fisica e mentale, la riscoperta del corpo e della sessualità”.
7. Coltiva piccole, costanti, buone abitudini
“Nel suo libro-biografia, Nerio Alessandri, promotore planetario della cultura del movimento e dell’esercizio fisico, dichiara che siamo “nati per muoverci”. Ben prima Giovenale, nelle Satire, aveva scritto che una “Mens sana” si trova solo in un “corpore sano”. Acquisire buone abitudini, alimentari e fisiche, e coltivarle ogni giorno con costanza e a piccole dosi, è dunque il modo migliore per disintossicarsi”, conclude Lucattini. D’altro canto, donne come Elle MacPherson, che a 53 anni è incredibilmente in forma, e Rosie Huntington-Whiteley, non si sono mai dedicate a un’attività fisica stressante e sono le prime ad aver svelato che la “formula magica” è “nove ore di sonno, tre pasti regolari con carne e verdura, riso e frutta ogni giorno”. Perché la bellezza è soprattutto il frutto dell’equilibrio.
Fonte: Repubblica.it