Quanto incide un padre autoritario sulla scelta del proprio compagno?

Nelle scelte sentimentali di una donna, che siano o meno consapevoli, la figura del padre gioca un ruolo fondamentale: è la figura maschile che da bambina si ama per prima, invidiandola alla propria madre, ed è quella la figura che spesso determina quale tipo di uomo si sceglierà al proprio fianco. Nel caso in cui una bambina abbia avuto un padre autoritario su quale tipo di relazione si orienterà da adulta? Lo abbiamo chiesto alla psicoterapeuta Giulia Maffioli, vicepresidente A.Na.P.P. (Associazione Nazionale Psicologi Psicoterapeuti), che sottolinea quanto le figure importanti nella scelta delle proprie relazioni affettive siano due.

Qual è il ruolo di un padre nella vita di un figlio?
“Tendenzialmente, il ruolo di un padre è quello di educare i figli a stare nella società in cui vivono, accettare le norme del vivere sociale e, inevitabilmente, accettare anche le frustrazioni che ne conseguono. Il ruolo della madre si dovrebbe concentrare prevalentemente sugli aspetti emotivi, sul riconoscimento delle emozioni, delle modalità affettive. Un tempo la divisione dei ruoli era più netta, oggi è indubbiamente meno rigida. I ruoli, in assoluto, hanno un’evoluzione, anche se la madre ha chiaramente un rapporto e una modalità relazionale diversi con il neonato rispetto a quelli del padre. Il padre, dunque, dovrebbe avere prevalentemente il ruolo di educare i figli nel rapporto con l’esterno e lo fa anche attraverso il suo modello, ossia mostrando come lui sta al mondo”.

In che modo un padre educa il figlio a stare nella società?
“Con due modalità: autorevole o autoritario. Nel primo caso il padre educa alle regole attraverso un rapporto affettivo basato sulla spiegazione e comprensione delle regole, facendo capire il senso delle norme grazie a un rapporto basato sul dialogo e su un’affettività mai messa in discussione. Nel metodo autoritario, si impongono regole rigide senza supportarle con spiegazioni e solo a per contrallare eccessivamente la figlia, a volte in modo umiliante e svalutante, cosa che può minare l’autostima della ragazza. Altre volte si ricorre perfino alla minaccia di rottura di ogni rapporto affettivo in caso di violazione delle regole”.

In pratica, un padre eccessivamente autoritario può arrivare a pretendere una cieca accondiscendenza alle sue regole.
“Esatto. A loro volta i padri autoritari tendono a sentirsi estremamente insicuri e tendono ad avere difficoltà relazionali. Spesso i padri autoritari hanno avuto a loro volta padri autoritari e ripropongono quindi uno schema che tende a ripetersi di generazione in generazione. Questa rigidità maschera la loro insicurezza. Spesso impongono regole eccessive che tendono a stimolare in modo negativo la competitività o a isolare i figli dal contesto sociale, imponendo loro di non uscire, di non partecipare alle feste, di non frequentare i compagni. Altre volte minacciano il legame affettivo, mettendo in atto silenzi ostili, altre volte screditano il figlio agli occhi degli altri, sia in casa che in pubblico”.

Perché un figlio che ha vissuto un’esperienza così dolorosa tende a ripeterla?
“Perché sono schemi relazionali acquisiti inconsapevolmente, che vengono ripetuti automaticamente, ossia senza una specifica volontà razionale. Si tratta quasi di un ‘imprinting’ emotivo, di imitazione dei modelli che abbiamo avuto. Ma a incidere su un figlio non è solo il rapporto con il padre, è molto importante anche la relazione tra il padre e la madre, ossia come la madre si comporta nei confronti di un padre autoritario”.

Quanto è importante il ruolo della madre, soprattutto in relazione a una figlia?
“Anche la madre ha un ruolo importante rispetto all’acquisizione del modello relazionale di coppia che i figli porteranno dentro di se come riferimento nelle loro future relazioni affettive. È importante, infatti, vedere come lei si relaziona, in questo caso con un compagno autoritario, ad esempio capire se la madre subisce o è compartecipe dei metodi del compagno o se vi si oppone. È il loro stile di relazione quello che significativamente incide sul modo in cui i figli in generale, si relazioneranno da adulti. Non basta quindi avere avuto un padre autoritario”.

Quanto è importante la relazione all’interno della coppia genitoriale?
“Molto. Anche se c’è indubbiamente una variabile che è determinata dal carattere della figlia o del figlio. Abbiamo una nostra individualità che non è solo la somma dei modelli relazionali del padre e della madre, proviene anche dal contesto nel quale il bambino vive. Stiamo parlando dei rapporti che un bambino può avere anche con altre figure adulte di riferimento, quali zii, nonni, cugini, fratelli etc. Tutte le altre figure che possono avere un peso nel modo in cui si sviluppa lo stile affettivo. Anche eventi importanti incidono sulla vita familiare e possono avere il loro peso”.

Qual è il tipo di uomo che la figlia di un padre autoritario cerca, nella vita?
“Molto dipende dal modo in cui si comporta la madre. Nel caso in cui la madre non si sia mai opposta al marito autoritario, la figlia da adulta potrebbe assumere lo stesso comportamento, costruendo con gli uomini relazioni caratterizzate dal sentirsi sempre insicura, inadeguata, bisognosa di conferme sia in termini di valore personale che affettivo, dunque da una forte dipendenza. In alternativa potrà evitare le relazioni affettive o costruire relazioni altamente conflittuali verso tutte le figure che può percepire come autoritarie, come ad esempio il datore di lavoro; in situazioni estreme potrebbero manifestarsi comportamenti antisociali e distruttivi. Ma questi sono davvero casi estremi.
Le donne che hanno uno stile oppositivo potranno avere difficoltà a costruire rapporti stabili, questo perché tendono a loro volta ad avere uno stile autoritario nei confronti del proprio compagno. Tendono dunque a ricercare compagni passivi. Chiaramente le donne sono inconsapevoli di questo meccanismo, è qualcosa che si acquisisce dalle relazioni affettive importanti, si è costruito nell’infanzia, in un periodo della vita in cui non si hanno gli strumenti per comprendere ed elaborare in modo adeguato le esperienze relazionali che stavamo vivendo. Si tratta di uno schema che si basa su emozioni e che non scegliamo razionalmente.

“Le donne che hanno uno stile oppositivo tendono a loro volta ad avere uno stile autoritario nei confronti del compagno”
Cosa succede quando ci innamoriamo?
“Quando ci innamoriamo difficilmente sappiamo perché ci innamoriamo di quella persona nello specifico. Si tratta di esperienze che vanno oltre la nostra immediata capacità di comprensione, inizialmente non comprendiamo il perché proprio quella persona ci abbia scatenato determinate emozioni e determinate passioni. In realtà prima di tutto incontriamo le persone a livello emotivo non consapevole, come se riconoscessimo qualcosa di familiare: è solo dopo che riusciamo a dare un senso razionale al perché proprio quella persona ci abbia suscitato forti emozioni. Le donne che hanno avuto un padre autoritario potrebbero essere portate inconsapevolmente a scegliere un uomo debole e passivo oppure il suo opposto, dunque un uomo altrettanto autoritario. Finché vivremo la nostra modalità affettiva in modo prevalentemente inconsapevole questo agirà in noi facendoci scegliere figure con comportamenti simili oppure con stili relazionali opposti, a quelle legate alla nostra esperienza”.

Tutto questo accade a un livello inconsapevole?
!Esatto. Molte storie, anche nella mia esperienza clinica, riguardano donne che da bambine sono state maltrattate dal padre. Queste donne tendono a “scegliere” da adulte, compagni coercitivi e in terapia si chiedono cosa le abbia portate ad accompagnarsi a uomini violenti e a rivivere situazioni simili quelle della loro infanzia!”.

Si può uscire da questo schema rigido?
“È necessario recuperare il proprio vissuto, la propria storia, non solo in termini di fatti, ma anche in termini di vissuti emotivi. Dobbiamo infatti recuperare il nostro vissuto emotivo rispetto alle figure genitoriali. Bisogna comprendere tuttavia che i genitori spesso sono incolpevoli, perché a loro volta hanno vissuto e subito gli stessi modelli relazionali disfunzionali. In ogni caso però non esiste una correlazione diretta e rigida tra quanto abbiamo vissuto ed il nostro attuale modo di relazionarci a un partner”.

In quali casi può essere d’aiuto un percorso di psicoterapia?
“Per recuperare il nostro vissuto abbiamo bisogno di fare un percorso e per fare questo percorso è bene essere accompagnati da uno psicoterapeuta in grado di aiutarci a costruire un nuovo modo di amare. Abbiamo bisogno di costruire un nostro stile relazionale. Purtroppo la tendenza di molte donne è sperare, anche inconsapevolmente, che sarà il futuro compagno a salvarle e guarirle dalla sofferenza. Ma è piuttosto difficile che questo si verifichi, perché continueranno a scegliere compagni che abbiano una modalità relazionale simile allo stile affettivo che hanno già vissuto”.

 

Fonte: Repubblica.it

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