E’ come ritrovarsi in una bolla. Ci sono scivolata dentro dopo l’ultima relazione sentimentale, qualche anno fa. Da allora non ho più avuto storie, flirt, nessun coinvolgimento sessuale. Da quando lui se n’è andato, lasciandomi all’improvviso senza tante spiegazioni, sono stata così male da decidere di dedicarmi solo ai miei figli e al mio lavoro. Mi sono rimodellata sulle priorità. E forse anche intorpidita affettivamente. L’idea di una nuova storia d’amore ma anche solo di incontrare qualcuno, sembra non riguardarmi. Meglio evitare incontri, mantenere distanze.
“Mi sono rimodellata sulle priorità. E forse anche intorpidita affettivamente”
Mi sono ormai abituata a fare capo a me stessa per ogni decisione, a non condividere l’esistenza. Ad indossare libera pigiami imbarazzanti, a buttarmi sul divano la sera con il telecomando in mano come scettro della mia serata, a sbriciolare in giro per casa i miei pasti. Cose che inizialmente hanno segnato il vuoto, che brutto allungarsi in un letto deserto, ma con il tempo sono diventate comodità. Ho fatto salti mortali, affrontato momenti bui. Ma sono sopravvissuta, e anche bene. Perché a volte è solo la paura di rimanere soli a farci cercare qualcuno.
“A volte è solo la paura di rimanere soli a farci cercare qualcuno” L’altro ci serve per riempirci, per spronarci. Ma con questo timore è più facile poi che l’amore si impadronisca della nostra vita, ci strappi dalle cose che amiamo. Funzioni a volte da adesivo per rimanere in relazioni insoddisfacenti: pur di non essere abbandonati ci facciamo andare bene quello che bene non ci sta.
Il senso comune inoltre dice che avere un partner è indispensabile. Come se le relazioni sentimentali fossero una necessità biologica, centrali per il benessere, soprattutto per le donne: se non hai una storia o una famiglia sei strana, patologica, qualcosa non va. Per poi tradursi nella paura di restare da soli.
Single per scelta, e non
Ma è vero anche che stare da soli molte volte non è una scelta ma una giustificazione. Ci sembrano scontati tutti quei caselli emotivi che mettiamo sui nostri percorsi sentimentali, senza telepass per nessuno. Di fondo, inutile negarlo, abbiamo paura di impegnarci, di fare posto a qualcuno nella nostra vita. Perché aprire ad un altro vuol dire assumersi rischi, impegnare emozioni. Lasciarsi coinvolgere somiglia tanto a farsi male.
“Farsi avvicinare graffia di nuovo sulle nostre precedenti ferite” Una nuova storia intima effettivamente solleva dolori passati, riapre ferite lontane. Negli strati più profondi di noi stanno ammucchiati rifiuti, perdite, rabbia, siamo così spaventati dalla possibilità di rievocarli da rimanere bloccati. È un tentativo per scansare infortuni psicologici, quelli di essere respinti, calpestati, traditi, abbandonati. Perché quando siamo di fronte a una persona nuova e arriva il momento di spogliarsi in senso affettivo, non è solo l’imbarazzo a frenarci ma soprattutto l’amarezza per ogni volta che abbiamo sofferto. Farsi avvicinare graffia di nuovo sulle nostre precedenti ferite. E questo sì che fa male… Ci blocca quando è il momento di presentarsi a qualcuno, ci congela quando è tempo di condividere se stessi con l’altro.
8 consigli per uscire dalla paura di innamorarsi di nuovo della psicologa Brunella Gasperini
1) Prendere consapevolezza delle proprie difese
Ovvero dei muri che alziamo, delle paure che ci bloccano come il timore che nessuno possa essere veramente interessato a noi o il confronto con altri. Di tutte le manovre con le quali sabotiamo il nostro bisogno di intimità. A volte bisogna lavorare molto su questi aspetti.
2) Emergere dalla bolla dentro la quale ci siamo infilate
Significa uscire dalla tana rassicurante aumentando possibilità di incontri e scambi, al di là di coinvolgimenti sentimentali. Meglio creare comunque rapporti come mezzi per scoprire nuove parti di noi e ciò che ci rende felici.
3) Spingere i propri limiti
Fare “stretching psicologico” per scoprire le proprie possibilità. Essere single da tanto tempo non vuol dire aver dimenticato le competenze necessarie ad un rapporto, si è solo perso allenamento.
4) Rendersi conto di saper funzionare da sole e di essere autonome
Questo predispone a dinamiche relazionali più sciolte, mantenendosi sulla propria indipendenza, evitando di sbilanciare verso l’altro. Se apriamo ad una storia è per aggiungere qualcosa alla nostra vita, per “espanderci” non per riempire vuoti.
5) Non essere autoreferenziale
Evitare di fare riferimento a quella specie di regolamento personale su come devono essere le storie d’amore compilato sulla base di esperienze passate. Quello che va bene nella teoria personale non funziona nella vita reale. Ed evitare anche di mettere l’altro sotto il microscopio mantenendo piuttosto il centro su se stesse.
6) Darsi opportunità, mettersi alla prova
Testare la propria femminilità, anche. Imparare a giocare, flirtare in modo leggero ma consapevole. Dare possibilità agli altri di conoscerci e apprezzarci.
7) Affrontare sfide interiori
C’è molto in gioco quando siamo a stretto contatto con un’altra persona ma abbiamo bisogno di addentrarci nei sentimenti e di esporre la vulnerabilità. Rendersi conto del potere che abbiamo sul nostro destino sentimentale, concentrandosi su ciò che possiamo gestire.
8) Riflettere sul bisogno di incontrare gli altri a livello profondo
L’inconscio cerca sempre di tornare al nostro inizio, di rielaborare e curare i traumi che abbiamo subito. Tenta di riempire lacune, di nutrire carenze e può farlo solo attraverso nuove relazioni. Darsi delle chance in questo senso è necessario.
Fonte: Repubblica.it