Felpa: l’eterna tendenza

Nelle parole di Kanye West, che nell’invito della sua collezione YEEZY SEASON 5 ha allegato anche una felpa, “Sweatshirts are f***ing important”. Il rapper e designer non è il solo a pensarla così (la traduzione è superflua, vero?) dato che la felpa è nel cuore e negli armadi di intere generazioni. C’è chi la indossa per fare sport, chi nel tempo libero e chi la tiene tra i pezzi più importanti del guardaroba, visto che ormai è una protagonista forte delle passerelle, come visto anche alle recenti sfilate della primavera estate 2018.
Versatile, con un’attitudine cool e una facilità sorprendente di abbinamento: la felpa sta all’abbigliamento come il comfort food sta al cibo. Tutti le amano, anche per la loro innegabile comodità.

NASCITA DELLA FELPA
Nata per gli sportivi, negli anni 20 la felpa viene pensata da Bennie Russell Jr in Alabama, che fa realizzare nella fabbrica del padre delle maglie che siano comode per giocare a football e assorbire il sudore. L’idea vincente è utilizzare un cotone morbido che all’epoca viene usato per produrre intimo femminile. Il successo negli ambienti sportivi porta ad alcune modifiche come l’ideazione della hoodie, il modello col cappuccio, lanciato dal brand Champion negli anni 30.
1965 Jane Fonda indossa una felpa con Beethoven. È con Peter McEnery, suo partner nel film “La Calda preda”
1965 Jane Fonda indossa una felpa con Beethoven. È con Peter McEnery, suo partner nel film “La Calda preda”
UNA FELPA PER DIRE CHI SEI
Negli anni 60 esplode il potenziale divulgativo e identitario delle felpe. Gli studenti universitari ci stampano sopra il loro nome e quello dell’università e le prestano alle cheerleader che le indossano con orgoglio. La felpa dice chi sei, cosa fai e a cosa appartieni. Mentre gli operai di New York ancora indossano anonime hoodie col cappuccio fisso sul capo per proteggersi dalle intemperie durante i lavori all’aperto, felpe e t-shirt diventano per i giovani spazi da riempire con slogan. Il boom dilaga negli anni 70: la semplicità della customizzazione unita alla forza di grafiche con frasi ad effetto, rende le felpe un’espressione di personalità, sia per chi le crea sia per chi le indossa.

CULTURA METROPOLITANA
Alla fine degli anni 70 la felpa si afferma come il capo classico dell’hip-hop, che in quegli anni vede gli albori (la storia è raccontata nella serie The Get Down di Netflix). I writer alzano il cappuccio sulla testa per lasciare i loro graffiti sui vagoni della metropolitana e sui muri senza essere identificati, mentre chi balla la break dance ha bisogno di indumenti comodi che non intralcino i trick e che possano essere usati in mosse di stile, come sollevare o abbassare il cappuccio. Nello stesso momento storico si sviluppa la skate culture. Come i writer, gli skater si nascondono col cappuccio per non essere riconosciuti quando si intrufolano nelle ville per lanciarsi in volteggi con le loro tavole nelle piscine vuote e nei parcheggi privati.

Tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli 80 la felpa diventa la divisa della scena musicale punk e hardcore, diventando anche un capo per definirsi diversi rispetto alla società convenzionale, che popola gli uffici seguendo il dress code giacca e cravatta. Adidas e Nike, i love brand per eccellenza dell’athletic wear (seguiti dai minori come Kangol), diventano pilastri della cultura urbana, indossati da icone musicali come Run-D.M.C. e Grandmaster Flash. La felpa ha quindi una connotazione negativa? No, anzi, anche gli eroi per le masse sono in tuta, come Sylvester Stallone nelle famosissime scene di corsa attraverso Philadelphia di Rocky e Rocky II.

ANNI 80: PREPPY O CASUAL, LA FELPA È OVUNQUE
Gli anni 80 segnano la fine della connotazione prettamente sportiva della felpa. Tommy Hilfiger e Ralph Lauren seguono la lezione dello street style e rilanciano la felpa oversize come capo preppy per i ragazzi del college. In Italia le felpe di Best Company, Naj Oleari e El Charro diventano must-have.
Norma Kamali disegna la prima linea da passerella in felpa, che viene usata anche da Vivienne Westwood sia nella sfilata A/I del 1982 “Buffalo Girls”, sia in quella dell’A/I del 1983, “Witches”, ispirata da un viaggio a New York dove la creatrice del punk incontra Keith Haring e scopre il suo lavoro e lo stile hip-hop.

 

Anche il cinema sceglie le felpe, casual e femminili come non mai. Indimenticabili quella di Jennifer Beals in Flashdance che diventa un vero tormentone. Tutte le ragazze cercano LA felpa giusta per indossarla come nel film che ha segnato una generazione. Grande successo anche per il modello in stile college che Rebecca De Mornay indossa in Risky Business assieme a un Tom Cruise quasi adolescente.

GANGSTA RAP, SUPEREROI e PASSERELLE
Passano gli anni, la felpa rimane protagonista del mondo hip-hop, e purtroppo il cappuccio serve a nascondersi non solo mentre si fa writing ma anche nel corso delle sparatorie che caratterizzano le guerre tra gang. Snoop, Tupac e le TLC dimostrano come si possa essere star planetarie indossando l’indumento più democratico. Sulle passerelle l’elemento felpa è ormai consolidato tra gli anni 90 e i 2000: non importa in quale accezione, riflette sempre stile e reinterpretazione da parte del designer che sceglie di renderla protagonista.

Fonte: Repubblica.it

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